Viviamo un momento “surreale” e denso di emozioni: paura, ansia e incertezza che derivano dalla mancanza di informazioni affidabili .
La chiusura di scuole e imprese, restrizioni alle attività sociali, aumento della pressione sui servizi sanitari e un alto livello di ansia collettiva.
Ho visto in questo periodo reazioni più disparate: dallo svuotare i supermercati al continuare la propria vita normalmente, come se nulla stesse accadendo.
Non si tratta di reazioni razionali, ma risposte automatiche che il nostro cervello mette in atto difronte alla percezione di pericolo: si tratta della risposta “ATTACCO – FUGA”.
Cosi come nei bambini esiste la memoria cellulare ancestrale che si esprime nel bisogno di essere portato, di restare in contatto con la sua figura di riferimento nel suo periodo di esogestazione, il cervello adulto ha questi due meccanismi di risposta, che si sono sviluppati e che, filogeneticamente, risalgono all’uomo primitivo.
Il cervello può muovere il corpo in uno stato d’azione elevato, aiutandolo a fuggire dal pericolo o proteggere se stesso e le persone che ama; allo stesso tempo il cervello può congelare emozioni e mettere il corpo nell’immobilità negando la situazione di pericolo. Anche in noi genitori, come esseri umani, si attivano tante “risposte” e per di più dobbiamo tener conto di come “ci percepiscono e vivono” i nostri cuccioli e di cosa hanno “bisogni”. Confrontarci con le nostre e le loro emozioni. Ho sentito di scrivere questo articolo, dopo la visione del film “Collateral Beauty”, non poteva arrivarmi messaggio più congruente per il momento che viviamo. Nel film l’attore Will Smith, porta tre astrazioni: AMORE – TEMPO – MORTE che collegano “ogni essere umano su questa terra”. Ispirata ho iniziato a scrivere riflessioni, che porto qui, condite da conoscenze e studi che mi accompagnano.
Cosa possiamo fare per noi stessi e i nostri figli?
Partiamo da noi “adulti” per poi arrivare ai piccoli e desidero farlo portandovi le tre astrazioni del film AMORE – TEMPO – MORTE.
MORTE: tutti abbiamo paura della morte! Ma nessuno ne parla! io voglio partire da qui. Mai come in questo momento, una delle emozioni più grandi che ci abitano è la paura di perdere i nostri cari, le persone che amiamo, i nonni o cari che sono vulnerabili dal punto di vista immunologico. Abbiamo paura di perdere il lavoro oppure di avere danni rilevanti da un punto di vista economico; quindi paura della morte di qualcosa che abbiamo costruito con fatica e sudore. Mai come in questo momento sentiamo il “pericolo”, data l’instabilità, l’incertezza e l’ impossibilità di vedere e abbracciare i nostri cari.
TEMPO: vorremmo più tempo ! Questo prezioso nemico/amico, mai come oggi prezioso. Questo tempo, però, oggi più che mai, può diventare tempo di qualità. Un tempo utile per discernere: Quanti di voi stanno comprendendo di aver fatto un lavoro che non amavano, sentono voglia di ricrearsi nuove possibilità o viceversa hanno compreso quanto amano il loro lavoro avendo nuovo spinte creative per implementarlo uscite dalla quarantena? Possiamo prenderci il tempo per capire cosa sta succedendo a tutti noi anche nelle nostre emozioni altalenanti. Il mio invito è ad essere gentili con la nostra persona e con le emozioni che ci abitano, dare empatia a noi stessi in primo luogo. Con questa conoscenza, ci sentiremo più capaci di essere gentili anche con chi ci è vicino e con i nostri figli. Un tempo di cui abbiamo bisogno, noi e loro, per elaborare eventi e sentimenti. Possiamo ascoltarci a vicenda: l’esperienza e i sentimenti di tutti sono validi. E’ importante riconoscere che la situazione ci fa paura e poterne parlare.
Sono dell’idea che le cose non vadano nascoste ai bambini, perché colgono i segnali e spesso riformulano a modo loro: come ad esempio che hanno fatto loro qualcosa disbagliato. È giusto dire le cose come stanno, chiaramente nel loro linguaggio, e con i giusti filtri che possono essere storie, fiabe, racconti.
Accogliere le loro frustrazioni come anche il disagio di non poter uscire di casa, che per un bimbo non è cosa facile, è una grande prova per noi. Ascoltarsi e accettarsi reciprocamente crea una connessione, che è un potente strumento per la guarigione e la sopravvivenza; Ma se vediamo che diventa tutto troppo ricorriamo anche noi alle nostre “ancore”. Alternandoci con i compagni ci possiamo prendere momenti per fare una sana telefonata/sfogo con l’amica del cuore (dove possiamo dirle che scapperemo un mese da sole ovunque ! ) oppure scaricarci/ricaricarci – chiudendoci a chiave in camera vi raccomando ; )) – e mettendo le cuffie e musica “a palla” e ballando a più non posso, insomma ognuna avrà la sua piccola ancora che lo tiene saldo interiormente.
Ma come si fa con un bimbo piccolo ?
E qui, per me, che mi occupo da sempre di babyweairng e genitorialità a contatto e sostenibile, non posso che partire da questo parlando dell’ultima astrazione.
AMORE: desideriamo l’amore! E come genitori desideriamo trasmetterlo. Abbiamo tutti sperimentato come genitori canguro come la vicinanza e la connessione con il bambino, e avere “le mani libere” , possano aiutare rispetto alle situazioni quotidiane, ma allo stesso tempo come dico spesso, ha un effetto “terapeutico”.
Con il Babywearing, attraverso il CONTATTO, creiamo una sincronicità a più livelli: da quella termica a quella endocrina e neurologica. Il contatto fisico e le coccole, il sentire la fiducia nei loro corpi caldi rannicchiati sul nostro, aiutano ad attivare il sistema parasimpatico calmante, e ci riporta nel QUI e ORA.Si parla tanto dei benefici del babyweairng sui nostri cuccioli ma anche su noi genitori ci sono effetti incredibili ! Avere il suo sistema nervoso, che non sa nulla dell’enormità dei problemi globali, legato al vostro, aiuta a mantenere il sistema nervoso calmo anche dell’adulto.
Da tanto tempo parlo dell’importanza di recuperare i RITUALI, e quello del babyweairng lo è! basta osservare quanti piccoli, che hanno iniziato a camminare prendono da soli la fascia, marsupio o meitai quando sentono il bisogno di “sentirci”. Ogni giorno portare i figli permette loro di trovare qualcosa di familiare e calmo per voi e per loro.
I bambini piccolissimi non si rendono conto di ciò che sta accadendo e hanno solo bisogno di noi della nostra presenza.
Il RITUALE di mettere il bimbo addosso, insieme al movimento ondeggiante, che subito attiva chiunque porta i bimbi, aiuta sia un bambino ad addormentarsi sia il genitore a rilassarsi, e intanto avviene la MAGIA: il rilascio di ossitocina calmante per ambedue.
Insieme si trova un modo sicuro per fornire vicinanza emotiva, ed è anche un aiuto pratico nel portar avanti le incombenze quotidiane, date dalla gestione anche di eventuali bimbi più grandi.
Il bambino più grande, potrebbe aver bisogno della tua sicurezza, in questa strana situazione, e la vicinanza fisica lo fornirà. Molti sono i genitori che vedo che si sono catapultati con i propri figli in tantissime attività: cucina, scrittura, disegno, lettura.
Trovo questa una scelta consapevole, per ricollegarci alle parti positive della nostra realtà attuale, piuttosto che concentrarci su cose che accadono “là fuori” o in futuro. Quindi complimenti a tutti noi genitori in questo momento. Per noi un grande applauso, ma di quelli con le mani in alto, silenzioso … perché il nostro lavoro è silenzioso allo stesso tempo profondo.
Non fraintendetemi non sto dicendo che è tutto semplice.
Sicuramente tutti noi rimarremo segnati da questa esperienza. Dopo sarà diverso, perché Noi saremo diversi! In un modo o nell’altro questa situazione ci sta toccando nel profondo.
Ma possiamo cercare di cambiare la prospettiva ORA, nel quotidiano, e far emergere o cogliere“ la bellezza collaterale”.
Siamo qui su questa terra per “ristabilire un contatto” e quando torneremo fuori ad abbracciare i nostri cari lontani, a correre con i nostri figli tra i prati o al mare, il mio augurio è di farlo con lo stesso sguardo sul mondo che hanno i piccoli: con la stessa loro meraviglia e stupore negli occhi.
Antonella Gennatiempo
Centro Studi Scuola del Portare | Natural Parenting & Babywearing Dismiss